Finalmente è uscito in tutte le migliori sale cinematografiche l'ultimo capitolo della fantasmagorica serie Twilight, che, diciamocelo chiaramente sono i migliori film usciti da un po' di anni a questa parte.
The Twilight Saga: Breaking Dawn, questo l'elettrizzante nome, tiene incollati alla poltrona dalla prima all'ultima scena perché non vedevo l'ora di sapere come finisce la bellissima storia d'amore tra Bella ed Edward.
NO brutto stronzo! Se sei d'accordo con quello che ho scritto qui sopra voglio che tu sappia che ti odio e che dovresti smetterla di vedere certi film! Il mondo te ne sarà grato.
- Grazie! (il Mondo)
- Vedi?! (io)
Dopo aver teso una brillantissima trappola ai twilightini iniziamo con la vera recensione. Oddio, vera.
No, ma casomai, "oddio recensione" direte voi. Giusto.
Parliamo di Midnight in Paris, ultimo film sfornato da Woody Allen, lo so, troppo tardi per scriverne una recensione competente, ma ehi! non mi pare di aver detto che lo sarà.
Per me la recensione potrebbe finire qui, non ci sarebbe molto da aggiungere, in quanto ho già detto Woody Allen, cos'altro aggiungere.
Sinceramente non potevo esimermi dall'andarlo a vedere, sapete, ho la sensazione che ogni film di Woody possa essere l'ultimo.
Probabilmente questo non lo sarà.
Punto uno (non so se ci saranno altri punti), noto che gli ultimi film di Allen piacciono maggiormente a gente che solitamente ha passato la propria vita ad odiare il regista newyorkese, questo perché i suoi film non sono più di altissimo livello e iniziano a piacere anche alla massa.
Almeno secondo me.
- Giusto cazzo! (me)
- Grazie. (io)
Sia chiaro, sempre decisamente meglio del vomito che appiccicano su quei manifesti cinematografici (non dirmi che quello è un film dai!).
Ma d'altronde non si può avere una carriera sempre da dieci in pagella, quindi non gliene faccio una colpa.
Anche se sinceramente la mia pazienza ha fortemente vacillato di fronte alla partecipazione di Carla Bruni.
Come attrice.
Come attrice della parte più insignificante ed inutile della storia del cinema.
Caravaggio, riportato in vita per l'occasione (quindi non freschissimo), tenta di far somigliare Carlà ad un'attrice.
Quindi un bel fanculo a Medusa o a chi per lei abbia obbligato l'inserimento nel cast della Première dame.
Anche se probabilmente l'ha voluta proprio Woody con l'intento di portarsela a letto.
Spero che lì riservi interpretazioni migliori.
- Lì do il meglio di me. (Carla)
- Lì do il meglio di me. (Carla)
- Non direi proprio, e comunque questa gag non fa più ridere. (Woody)
Punto due (avete visto?! c'è!), torniamo al film vero e proprio.
Commedia, decisamente carina.
Un finalmente decente Owen Wilson, in una parte finalmente seria, interpreta uno scrittore di sceneggiature per filmetti di cui è insoddisfatto e punta perciò alla cassa integrazione Fiat.
Si ritrova a Parigi per girarsi i pollici e si imbatte nella più incredibile avventura della sua vita: nota con somma gioia che il brie costa la metà.
Per il resto si gode una normalissima vacanza parigina dove ogni mezzanotte torna indietro nel tempo, più o meno negli anni '50, e si diverte a mostrare a tutti il trucchetto del pollice che si stacca dalla mano, all'epoca ancora inventato.
Altre cose importanti? Ah già, incontrerà i migliori intellettuali dell'epoca, tutti in una volta, come se in quell'epoca non esistessero i corrispettivi di Franco Bechis.
Altre cose importanti? Ah già, incontrerà i migliori intellettuali dell'epoca, tutti in una volta, come se in quell'epoca non esistessero i corrispettivi di Franco Bechis.
Incontrerà tra gli altri, Hemingway, Picasso, Dalì, Buñuel, insomma nomi altisonanti che servono a far sentire un po' più intelligente lo spettatore.
Con me ci è riuscito.
Con me ci è riuscito.
Sento che questa recensione sta diventando davvero sconnessa e senza un filo logico.
Me ne accorgo senza neanche rileggerla.
Posso ritenermi soddisfatto.
Ok ora cerco di rilanciarla.
Midnight in Paris è un film dolce e spensierato, ma anche terribilmente nostalgico, che affronta una riflessione sull'oggi pieno di insoddisfazioni e sul passato splendente, ma altrettanto lontano, tanto anelato per chissà quale motivo.
L'insoddisfazione di vederci occupare un epoca a noi non consona, che non ci rappresenta e a cui siamo totalmente estranei.
'Woods' sembra ricordarci che per lamentarsi c'è sempre tempo, ognuno l'ha fatto nella sua rispettiva epoca, la cosa importante è che tu non lasci scadere la rata della macchina.
L'insoddisfazione di vederci occupare un epoca a noi non consona, che non ci rappresenta e a cui siamo totalmente estranei.
'Woods' sembra ricordarci che per lamentarsi c'è sempre tempo, ognuno l'ha fatto nella sua rispettiva epoca, la cosa importante è che tu non lasci scadere la rata della macchina.
Però, dico io, ovvio che mi lamento se scegli quelle attrici!
Non ce l'ho fatta, rilancio fallito.
Provo con un'immagine.
La Bruni nella sua migliore interpretazione.
Ora ne vado a vedere un altro così da poter dare alla luce un'altra pessima recensione.